CRONACA
Rigozzi: "La scuola che vorrei. Aiuti a chi assume apprendisti, premi a chi ha motivazione, attenzione alle differenze"
Il professore su Opinione Liberale spiega bisogna, a suo avviso, tener conto del fatto che i ticinesi non hanno voluto la scuola completamente inclusiva che aveva pensato Bertoli. "Abolire i livelli non è una soluzione, nemmeno tenerli come sono ora"

BELLINZONA – Che scuola immagina per il Ticino il professor Gerardo Rigozzi? Ne parla a Opinione Liberale, chiarendo che bisogna prestare attenzione a quanto uscito dalle urne sul voto su “La Scuola che verrà”, ovvero che i cittadini non vogliono una scuola troppo inclusiva.

“Sono dell’opinione che si possano apportare dei miglioramenti alla nostra scuola, solo se l’autorità politica sarà disposta a concedere maggior autonomia agli istituti (che sono diversi da Airolo a Chiasso) e ad accordare loro le necessarie risorse, anche perché la scuola è uno dei tasselli importanti della nostra società. Inoltre si dovrebbe considerare maggiormente la via dell’apprendistato, anche con soluzioni di aiuto alle aziende che assumono tirocinanti”, riassume.

Sull’annosa questione dei livelli, anche lui non trova soluzioni. Fa notare come abolirli tout court non sia la soluzione, così come nemmeno tenere tutto come è attualmente. A suo avviso, più che stravolgere servono correttivi: una problematica, per esempio, è la presenza di classi numerose. “I giovani adolescenti si distinguono per motivazione allo studio (inteso in senso tradizionale), per interessi verso la tecnica e le attività applicative e per capacità manuali. La scuola ha perciò il dovere di interpretare queste differenti forme di intelligenza differenziando gli obiettivi, i metodi d’insegnamento e i sistemi valutativi. Offrire tre opzioni di pari dignità nel secondo biennio, che richiedano il dovuto impegno, diventa una necessità inderogabile”.

Per Rigozzi, i requisiti prettamente curriculari e numerici non devono essere muri oltre cui non poter andare. “La scuola deve avere sufficiente autonomia nel giudicare gli allievi, anche al di là delle prescrizioni numeriche di regolamento. Essa deve poter consigliare con la dovuta flessibilità e chiarezza gli allievi e i loro genitori su ciò che richiedono le diverse scelte curricolari (al momento non sono ancora chiari i profili richiesti dalle scuole postobbligatorie); ma deve anche essere disponibile a consentire delle eccezioni per gli allievi particolarmente motivati, anche se non raggiungono tutti i requisiti richiesti dal regolamento”.

Rigozzi insiste anche su “momenti complementari differenziati: alcuni per esercitazioni, studio assistito e recupero; altri per approfondimenti e sviluppo di determinati argomenti,anche al di là dei programmi. La proposta dipartimentale di suddividere, gli allievi secondo ordine alfabetico è semplicemente risibile”.

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