LUGANO - Avevano "promesso" una nuova manifestazione in piazza, che alla fine non si è svolta, affermando di aver scelto loro stessi di non scendere in strada. Ma dopo il raduno di fine ottobre, costato anche una testata a una collega giornalista, i molinari sono sempre più nel mirino di politici e opinione pubblica.
Ieri Lorenzo Quadri aveva pubblicato delle foto di scritte, a suo dire opera degli autogestiti, ma il post è stato rimosso.
Intanto negli ultimi giorni più persone avevano chiesto uno sgombero dell'Ex Macello. Per AIDA, Associazione idea autogestione, "i municipali, aizzati anche da una parte dei consiglieri comunali, aspettavano un pretesto per “vendicarsi” dei presunti sgarbi degli autogestiti e l’hanno trovato nei deprecabili fatti di qualche giorno fa in Piazza Molino Nuovo, fatti che vanno sì stigmatizzati ma anche ricondotti alla loro dimensione individuale. Un caso isolato di lesioni semplici si affronta con una querela di parte – lo stesso vale per certe scritte vaneggianti – e non può essere preso a pretesto per una decisione politica così grave!". La richiesta è "di allargare il tavolo della discussione con figure super partes di una certa caratura. Lo sgombero finora solo ventilato e oggi minacciosamente annunciato non farà altro che polarizzare il conflitto".
Il Municipio di Lugano ha votato per una politica più restrittiva, dove appunto non è escluso lo sgombero. A favore di questa stressa, i tre leghisti Borradori, Quadri e Foletti e il liberale Bertini.
Il PS con Raoul Ghisletta, Anna Biscossa, Ivo Durisch, Fabrizio Garbani Nerini, Carlo Lepori e Fabrizio Sirica ha voluto coinvolgere il Governo cantonale, ponendo una serie di domande in un'interrogazione. Pur condannando i fatti del 30 ottobre, ritiene che l'ipotesi di uno "sgombero dell’autogestione dall’ex Macello entro Natale formulata da una risicata maggioranza (4 a 3) del Municipio di Lugano" sia "estremamente avventata e dettata da ragioni elettoralistiche".
Oltre a richiedere una perizia e informazioni più precise sulla situazione giuridica in essere, vuol sapere se la Polizia comunale, su ordine municipale, o quella Cantonale, su ordine del Consiglio di Stato, potrebbero realmente sgomberare il Macello entro Natale. C'è preoccupazione, nel PS, per la fragilità dell'edificio. Infine, viene lanciata la stessa proposta di AIDA: "Intende (il Consiglio di Stato, ndr) proporre una mediatrice o un mediatore per cercare di ricucire il dialogo tra l’autogesione e il Municipio di Lugano, allo scopo di creare un clima che consenta di
discutere tra le parti l’insieme dei problemi esistenti, come avviene sovente nelle altre
città svizzere?".
A favore dello sgombero c'è la consigliera comunale luganese Maruska Ortelli. La leghista si era già espressa l'indomani della manifestazione. "Diamo a Cesare quel che è di Cesare, e ai Luganesi ridiamo finalmente l’area dell’ex Macello, occupata per troppo tempo dai soliti “anarchici” protetti dalla gauche caviar luganese. Le indiscrezioni che sono uscite sulla stampa negli scorsi giorni mi fanno capire che il Municipio ha capito che non si tratta più di un banale problema di autogestione, ma di persone pronte a tutto, anche ad atti di violenza, per poter bighellonare tutti i giorni a spese del contribuente".
Sogna di "vedere crescere all’interno di quelle mura, ora deturpate da orrendi graffiti senza senso, uno spazio per tutti i cittadini: una ludoteca per i più piccini, una zona riservata agli artisti di casa nostra e perché no, un luogo dove le famiglie si possono ritrovare e svagare. Quella zona storica deve tornare in mano alla Città, ora per fortuna si è, pare, deciso per il pugno duro. I tempi devono essere stretti, la popolazione non ne può più di questa gente che pensa di tenere in pugno un'intera città con le solite minacce. Lo ripeto a gran voce: via i Molinari dal Macello!".