LUGANO - Ormai sono scaduti tutti i termini. Il tempo per gli autogestiti del Molino sta per finire. "Aspettiamo l'inizio della prossima settimana per avere conferma che non è stato interposto ricorso", ha detto ieri alla RSI Karin Valenzano Rossi, che da Michele Bertini ha ereditato il dossier. Poi? Presumibilmente, sgombero. Ci si sta preparando in concerto con il Cantone (che vede rischi nella scelta del Municipio luganese).
Da parte del CSOA, dopo il comunicato in cui si annunciava di non aver intenzione di andarsene, silenzio. A farsi sentire è Aida (Associazione idea autogestione), con una nota firmata dal portavoce Bruno Brughera. "La pressione sulla comunità autogestita aumenta e di pari passo l’assemblea del CSOA si organizza", si legge, segno che qualcosa, dentro l'ex Macello, bolle in pentola.
Aida "deplora il braccio di ferro con cui la città vuole portare avanti la soluzione finale. Deploriamo questo modo di fare in continuità con gli atteggiamenti usati in campagna elettorale perché non c’è nessun oggettivo motivo per proseguire nell’intento dello sgombero! I Molinari hanno dato prova coi fatti che sono una realtà non bellicosa se non provocati. Hanno dato prova di organizzazione, di dibattito pubblico aperto sulle piazze della città. È un mondo e una realtà da conoscere mettendo da parte i preconcetti e l’astio nei loro confronti anche se la loro visione di società è fortemente antagonista".
Quello che chiede Aida è, come primo passo, "il riconoscimento, il diritto di cittadinanza dell’autogestione in città! Questo deve essere il primo atto ufficiale, poi i dettagli sono altra cosa e di tempo per un accordo ce n’è assai".