BELLINZONA - Ha fatto da palo all'amico mentre violentava una giovane donna, probabilmente incosciente, sul treno, ma ancora una volta esce dall'aula senza un giudizio. Uno dei due protagonisti della violenza sessuale sul convoglio che viaggiava tra Lugano e Mendrisio, che aveva suscitato tante reazioni politiche poichè commessa da due richiedenti l'asilo, è tornato in carcere senza sapere per quanto dovrà rimanerci.
Il motivo? Non si riesce a stabilire con precisione quanti anni abbia e dunque da chi debba essere giudicato, se dal Ministero Pubblico oppure dalla Magistratura dei minorenni. Lui ha cambiato versione ben quattro volte, l'ultima delle quali proprio oggi in aula. Oggi, si è deciso che sarà quest'ultima a pronunciarsi.
Inizialmente, al momento dell'arresto, disse di essere maggiorenne. Poi, aveva affermato di avere meno di 18 anni, motivo per cui si è predisposta una perizia dell'Istituto Legale di medicina. "È segnalata un’età media di 21,7 anni, è indicato che è maggiormente probabile che quella sia l’età effettiva, ma è anche indicato che è possibile che l’imputato abbia un’età inferiore, quella minima stabilita dagli esami è di 17,6", ha spiegato in aula la giudice Francesca Verda Chiocchetti. Quindi, l'uomo è probabilmente maggiorenne, non è però certo. L'incarto passa ora alla Magistratura dei minorenni.
Interrogato in merito, questa volta ha detto di essere nato il 25 novembre 2007. Sarebbe, quindi, minorenne. Ma chi lo garantisce, soprattutto visto che è la quarta data diversa che dichiara e all'inizio aveva affermato di avere più di 18 anni? "Nei casi di dubbio vale la presunzione a favore del minore", è la tesi del suo avvocato difensore Felice Dafond.
L'altro richiedente l'asilo coinvolto nel fatto, l'esecutore materiale dello stupro, che è davvero minorenne, è stato condannato a un anno, il massimo possibile per chi ha meno di 18 anni.