MOSCA - Le sanzioni stanno mettendo in crisi la Russia oppure hanno più ripercussioni su chi le sta applicando? Una domanda che si pongono in molti, da quando i prezzi delle materie prime sono saliti alle stelle un po' ovunque. Il paese di Putin ha subito qualche contraccolpo oppure si è trattato di un autogol?
Il presidente russo continua a sostenere la seconda ipotesi. Nessun danno per la Russia, quindi. Ma di parere diverso è la governatrice della Banca centrale russa, che ha lanciato l'allarme. Subito smentita dal presidente.
"Le sanzioni imposte dopo il conflitto in Ucraina hanno colpito in un primo momento il mercato finanziario anche se ora avranno un impatto più forte sull’economia russa. La banca centrale non proverà ad abbassare l’inflazione a ogni costo perché questo limiterebbe l’adattamento dell’economia alla nuova situazione caratterizzata dalle sanzioni", ha detto Elvira Nabiullina, convinta che la Russia dovrà affrontare dei cambiamenti strutturali.
"I problemi principali riguarderanno le restrizioni sulle importazioni e alla logistica del commercio estero. Inoltre i produttori russi dovranno cercare nuovi partner, una nuova logistica o passare alla produzione di prodotti delle generazioni precedenti. E anche la Banca Centrale subirà le conseguenze", ha proseguito.
Non concorda, invece, Putin. “L’inflazione e i prezzi al dettaglio si stanno stabilizzando anche se, ovviamente, il principale fattore negativo per l’economia è stata la pressione delle sanzioni”. Però è stato a suo avviso un autogol dei paesi sanzionanti decidere le misure. "Da loro lo standard di vita sta già declinando".
Per Nabiullina, invece, non si potrà vivere a lungo basandosi sulle scorte.