BERNA - Non è una novità che Lorenzo Quadri guardi con scetticismo alla ideologia gender: lo ha espresso più di una volta. Ora torna a porsi domande legate al tema partendo dalla canzone di Nemo, che ha portato la Svizzera alla finale di Eurovision.
Il cantante è diventato, nel tempo, una sorta di icona per la comunità LGBTQ+ in Europa e nel mondo, dopo aver reso pubblica la sua identità non binaria, il suo non riconoscersi nè nel sesso maschile nè in quello femminile e nel voler essere chiamato solo col suo nome, senza pronomi.
"Il palco dell’Eurovision offre un’enorme opportunità di costruire ponti tra culture e generazioni diverse. Ecco perché per me, in quanto persona genderqueer, è molto importante difendere l’intera comunità LGBTQIA+", aveva detto in merito alla sua partecipazione alla kermesse, dove ha portato "The Code", un brano che racconta del suo percorso verso la sua non identificazione con uno dei sessi consueti.
Ha raccolto applausi e voti. E il leghista oggi sui social si chiede: "Premetto che non ho ascoltato la canzone e men che meno ho visto il programma, quindi non saprei giudicare; ma la canzone arriva in finale perché è bella o perché fa politichetta genderfluid?"
"Quanto al rappresentare la Svizzera: resto convinto che - soprattutto nel nostro Paese - sia possibile essere “non binari”, ed anche affermarlo, senza per forza rendersi contemporaneamente ridicoli o peggio", afferma ancora Quadri, rivelando implicitamente che cosa pensa di Nemo e della sua esibizione,