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17.03.2018 - 09:590
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

“No allo smantellamento della scuola pubblica ticinese”. Partito ufficialmente il referendum contro la riforma proposta da Manuele Bertoli. Ecco il comitato promotore

Tra i referendisiti, oltre ai rappresentati di Lega e UDC, anche diversi esponenti leghisti e alcuni liberali: da Lorenzo Quadri ad Andrea Giudici

BELLINZONA - È partita ufficialmente la raccolta firme contro “La scuola che verrà”. Al referendum lanciato dall’UDC, insieme ad Arealiberale, e sostenuto da diversi esponenti leghisti, serviranno 7’000 firme entro la fine di aprile per sottoporre al giudizio del popolo il credito di 6,7 milioni previsto per la sperimentazione della riforma voluta da Governo e Parlamento.

 

“No allo smantellamento della scuola pubblica ticinese”, questo lo slogan scelto dai referendisti. Gli argomenti che accompagnano il formulario per le sottoscrizioni, sono sostanzialmente quelli che abbiamo sentito in questi giorni.

 

Si parla infatti di “una spesa inutile” e di un progetto che metterà “a soqquadro quattro sedi di scuola media su 36 e tre sedi di scuola elementare”. Il tutto senza “obiettivi misurabili” e dunque con “un risultato già predefinito che rappresenta una via senza ritorno”. Infine si sottolinea l’86% dei docenti interrogati dal DECS non si è espresso sulla riforma e solo l’11% la vuole nelle sue strutture.

 

Il comitato referendista, infine, è così composto: Fabio Badasci, Antonella Bignasca, Alaìn Bühler, Felice Campana, lris Canonica, Marco Chiesa, Cleto Ferrari, Lara Filippini, Gianmana Frapolli, Tiziano Galeazzi, Andrea Giudici, Lelia Guscio, Piero Marchesi, Eros Mellini, Sergio Morisoli, Maruska Ortelli, Paolo Pamini, Edo Pellegrini, Stelio Pesciallo, Gabriele Pinoja, Lorenzo Quadri, Tullio Righinetti, Massimiliano Robbiani, Tiziano Romano, Alberto Siccardi, Roberta Soldati, Rocco Taminelli.

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