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08.02.2019 - 09:000

Quando la scuola 'parla'. "Stavo bene poi... sono cambiati i vertici e invece di ascoltarmi hanno voluto cambiarmi"

Il PLR, attraverso delle opinioni raccolte nel mondo della scuola, attacca la gestione socialista. "Ho un malessere generalizzato"

BELLINZONA – La scuola ormai è un tema forte della campagna elettorale: dopo il no a La Scuola che verrà, la riforma voluta da Bertoli, in tanti stanno dicendo la loro. Non manca il PLR, che attraverso Opinione Liberale spiega che “nelle ultime settimane settimane alcuni direttori di istituti scolastici del Cantone e parecchi docenti ci hanno segnalato alcune situazioni emblematiche per spiegare come l’attuale conduzione del DECS non sia funzionale a risolvere le problematiche e a migliorare la qualità della scuola. Queste segnalazioni faticano ad uscire per il clima poco sereno all’interno del Dipartimento e per questo motivo riportiamo le posizioni in modo anonimo confermando che l’autore è noto alla redazione”.

Allora, cosa dice la scuola, in particolare quella elementare o dell’infanzia? “Non sto bene. Sono ammalata. Tutto è cominciato negli ultimi anni quando stavo ancora bene, poi... sono cambiati i vertici e invece di ascoltarmi hanno voluto cambiarmi tutto. Hanno voluto rinnovare e modernizzarmi senza conoscermi e adesso mi trovo con gli organi vitali: docenti, direzioni operatori molto infiammati, delusi, amareggiati. Ho un malessere generalizzato”. 

I liberali vogliono il DECS, forti delle critiche di chi non ritiene il Dipartimento ben gestito. 

Ma cosa non va, in particolare? I genitori, anch’essi, non capiscono più molto. “Per fortuna docenti, direzioni e operatori si danno veramente molto da fare. Sono sotto pressione, stanno facendo un gran lavoro, che poco gli viene riconosciuto, ma si va avanti!”.

“Spero di riuscire a farmi ascoltare e a farmi sentire. È come se non sapessero cosa mi succede durante un qualsiasi giorno, da quando apro le porte al mattino, sempre più presto e le chiudo alla sera, sempre più tardi. Vorrei che si potesse essere più veloci e incisivi nelle decisioni e nel rispondere ai bisogni effettivi degli istituti e dei miei allievi! Vorrei essere trattata per quel che sono veramente, per quella vicinanza che ho con i miei allievi, con il mio territorio. Ogni scuola comunale ha le sue peculiarità e pensare che tutti dobbiamo funzionare esattamente nello stesso modo si traduce nell’appiattimento e nell’allontanarci dalla realtà”, si legge ancora. 

L’assalto al DECS è ormai lanciato, da tempo.

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