BERNA – Un primo passo verso l’accordo quadro? E si scatena subito la polemica. I fatti: oggi a Berna la Commissione della politica estera del Nazionale (CPE-N) ha votato, con 16 favorevoli e 9 contrari.L’accordo quadro con l’Unione europea (UE) è ritenuto sostanzialmente a favore degli interessi della Svizzera, anche se il Consiglio federale deve trovare soluzioni creative per le questioni ancora in sospeso: ovvero, per le misure di accompagnamento che non possono essere sacrificate.
Un invito a firmare subito? Secondo la presidente della Commissione no, e ci si rallegra che nell’accordo non si parla di direttiva per la cittadinanza, che la Svizzera non vuole recepire.
Marco Chiesa si è smarcato ed ha detto la sua sui social. “Chi sostiene l’accordo istituzionale e la colonizzazione della Svizzera? PLR, PPD, PS e Verdi. Chi vuole svendere il Paese usando la calcolatrice dell’economia d’esportazione é ben rappresentato in parlamento. Con l’accordo istituzionale cediamo la nostra sovranità. Diamo una spallata alla nostra democrazia diretta e ci mettiamo alla mercee di giudici stranieri e delle loro sentenze. Possiamo scegliere di dire di NO se le leggi di oggi e quelle future dell’UE non le condividiamo ma allora saremmo puniti con delle sanzioni che in diplomazia sono finemente chiamate misure di compensazione. E questo con il nostro consenso! Nulla di nuovo, sembra di rivivere il 1992 quando gli stessi partiti sostenevano strenuamente lo Spazio economico europeo. Mi auguro che questo accordo faccia la stessa fine!”.
Oggi un botta e risposta tra UDC e PPD c’è già stato, ecco il secondo, con Marco Romano, che si smarca dall’accordo, a rispondere al collega: “Collega Marco Chiesa, perché questo continuo commentare le posizione degli altri (travisandole a proprio favore e fomentando polemiche) piuttosto che spiegare le proprie!? Il PPD non sostiene l'accordo con questi contenuti, vi sono aspetti fondamentali da chiarire e modificare!...l.’approccio stride con la sovranità e il federalismo svizzeri. I margini di manovra per la Confederazione e i Cantoni in ambiti politici rilevanti come il controllo del mercato del lavoro, la fiscalità e il settore pubblico sono oggettivamente sottoposti a restrizioni inaccettabili. La soluzione proposta per dirimere conflitti tra diritto elvetico e diritto comunitario non è equa. Il recepimento della direttiva europea sulla cittadinanza, non citata nell’accordo e negli allegati e per l’UE parte della Libera circolazione, va escluso in maniera esplicita. Le previste dinamiche di internalizzazione del diritto hanno effetti sulla democrazia diretta e sulle regole istituzionali vigenti, indeboliscono il federalismo e rafforzano una centralizzazione tecnocratica che stride con il modello di successo elvetico...”.
E a chi gli dice che il PPD ha votato sì in Commissione, specifica: “di fatto non vi è un SI a questo testo, ma alla necessità di trovare una soluzione (l'UE volenti o nolenti c'è)...per il resto peccato vedere come si voglia sempre lo scontro: e tutto resta fermo”.
Contrariato dalla decisione anche Lorenzo Quadri.”Svendita della Svizzera: il triciclo è (ancora) al completo! I politicanti del triciclo PLR-PPD-P$$ per l'ennesima volta chinati a 90 gradi davanti all'UE. "Wie immer, wie gewöhnlich". Unico "fatto nuovo": adesso a favore dello sconcio accordo quadro si schierano ufficialmente anche gli uregiatti (tra l'altro la presidenta della Commissione di politica estera Elisabeth Schneider-Schneiter (sic!) è PPD). Così il solito triciclo è al completo”.