LUGANO – Per Karin Valenzano Rossi del PLR la polemica sulla croce che sta infiammando Lugano è l’ennesima prova che “in quanto ad autolesionismo non siamo secondi a nessuno” (parlando dei luganesi).
In un’opinione pubblicata sul Corriere del Ticino, affonda: “Se non ci fosse da vergognarsi potremmo andare orgogliosi di aver messo in scena, senza grandi registi o coreografi (ah già, ma anche per quelli ci azzuffiamo), la più grottesca delle commedie”.
In apparenza una polemica fra MASI e mostra di Xhiaxha, sotto sotto a suo avviso “una vera e propria strategia di sabotaggio, innata negli abitanti di questo cantone e di questa città, che contamina in tempi fulminei anche chi qui si è solo trasferito, volta a denigrare e stroncare (possibilmente sul nascere) ogni iniziativa di terzi, che possa in qualche modo uscire dal solco di chi pretende di avere l’esclusiva per le decisioni di ciò che è meritevole e di ciò che invece non lo è”.
“È inquietante constatare l’ostracismo incalzante contro simili iniziative, che invero abbelliscono la città rendendola viva e distribuendo sul territorio opere fruibili a cittadini e turisti, grazie all’interesse e alla generosità di chi apprezza l’artista e vuole bene a Lugano”, prosegue. “Al posto di apprezzare l’iniziativa, magari persino ringraziando (non fosse che per educazione e rispetto, se non già per genuina gratitudine) chi ha messo mano al portafogli per finanziare il tutto, lanciamo anatemi ergendoci a censori e – mi si passi il termine un po’ triviale – a «castratori» di qualsivoglia stimolo a progredire”.
Per poi ironizzare: “ Non oso pensare cosa sarebbe successo se la Cracking Art con i suoi simpatici animali colorati avesse invaso Lugano invece della più tollerante e lungimirante Ascona. Probabilmente si sarebbe fatto appello persino al WWF”.