di Lorenzo Quadri*
Il manifesto dell’Udc nazionale raffigurante una mela con i vermi ha scandalizzato (ohibò) i compagni. Non è certo mio compito fare il difensore d’ufficio della comunicazione democentrista; del resto, non ne ha certo bisogno.
Ma l’ennesima dimostrazione di morale e di indignazione a senso unico da parte della sinistra è assai fastidiosa. Perché a strillare contro il manifesto (bello o brutto che sia) sono i soliti “haters” rossoverdi, dediti alla denigrazione sistematica degli avversari, anche con attacchi sul piano personale e non politico. Quelli che distribuiscono accuse di fascismo e di nazismo a chiunque osi non essere d'accordo con i loro dogmi spalancatori di frontiere, multikulti, euroturbo, xenofili e sovranofobi. Quelli che non tollerano nessuna posizione diversa dalle loro (e poi si sciacquano la bocca con il “valore della diversità”!).
E se questi signori, prima di dispensare lezioni di bon ton agli altri, cominciassero a guardare in casa propria ed in quella dei propri amichetti (vedi ad esempio un certo portale-foffa al servizio del PS)?
Il manifesto dell'Udc potrà piacere o meno. Ma ha di certo il pregio della chiarezza. La partitocrazia euroturbo (gauche-caviar in primis) sta svendendo la Svizzera a Bruxelles tramite una politica (?) della genuflessione sistematica. E così manda il Paese a ramengo.
In ottobre gli elettori, svizzeri e ticinesi, dovranno decidere se sostenere con il proprio voto chi svende la Svizzera a Bruxelles (triciclo PLR-PPD-PSS) o chi invece la difende (Lega e Udc).
La raffigurazione della mela con i vermi potrà anche non essere un modello di far play comunicativo. Ma: 1) la sinistra partito dell’odio non è nella condizione di scandalizzarsi, e 2) la metafora del baco nella mela non l'ha di certo inventata l'Udc.
Evidentemente il manifesto serviva a far discutere. Il risultato è stato facilmente raggiunto, grazie a quelli che si sono messi subito a strillare facendogli pubblicità.
*Consigliere Nazionale Lega