BERNA – Era inizio anno quando l'amministrazione federale delle dogane smascherò un traffico di salumi, carne, olio d'oliva e limoncello importati illegalmente in Ticino da parte di 13 ristoratori ticinesi, notizia che scatenò un vero vespaio di polemiche. Qualcuno chiese di conoscere i nomi degli esercizi pubblici toccati.
Ora, a distanza di quasi due mesi, Marco Romano torna sul tema, rivolgendo un quesito al Governo Federale, che risponderà durante l’ora delle domande. “Questo contrabbando di alimenti, oltre ad evidenziare una dinamica perversa e nociva per il tessuto economico, mette in cattiva luce un intero settore”, insiste.
E chiede se la dimensione del caso non sia indizio di un fenomeno diffuso e soprattutto “perché non si comunicano ufficialmente, a tutela dei consumatori e della categoria professionale, i nomi delle società coinvolte”.