BELLINZONA - Tuto Rossi ha ottenuto una personale vittoria: quella contro il medico del traffico e le tariffe applicate era una battaglia che combatteva da tempo e il Gran Consiglio, a sorpresa, ha messo dei paletti per regolamentare in futuro questa figura. Ma nel dibattito in Gran Consiglio c'è chi lo ha deluso.
"Per anni l’ufficio giuridico della circolazione ha illegalmente foraggiato la dottoressa De Cesare assegnandole tutte le perizie del traffico di livello 4, e buona parte di quelle di livello 3 assieme al pittoresco dott. Bonanno di Mazara del Vallo. Forti del monopolio garantitogli dal Dipartimento dell’interno, questi medici sono diventati milionari applicando tariffe superiori a 1000 franchi all’ora, e obbligando il cittadino a pagare tutto in anticipo grazie al ricatto di Camorino che senza perizia De Cesare vai a piedi tutta la vita", attacca sui social.
"Ma la De Cesare e il Bonanno hanno potuto fare il bello e il brutto tempo, perché a mangiare addosso al cittadino con tariffe fuori di testa sono in tanti: dall’istituto scienze della Vita di Olivone (nel cui consiglio siede Norman Gobbi, non si sa bene a fare cosa) che riceve dalla De Cesare tutte le analisi del capello (tra 250 e 500 franchi al colpo), all’Istituto Ingrado che “strozza” il cittadino con contratti da 3500 a 8000 franchi. Attenzione, sotto le loro sgrinfie non finiscono solo alcolizzati, ma persone normali che magari hanno il diabete o che sono state denunciate anonimamente da un vicino".
Su quanto votato in Parlamento sostiene: "Ebbene dopo 2 anni dalle mie prime denunce e dalle mie vittorie nei tribunali, il Gran Consiglio ha accolto la mozione di Pamini e Galeazzi (UDC) che limita la tariffa tra CHF 180 e 250 all’ora, vieta il pagamento anticipato e impedisce al medico di arricchirsi ordinando perizie su perizie. Si tratta di una riforma semplice e ragionevole, tant’è vero che è stata accettata anche dal PPD da comunisti e MpS e da tanti liberali intelligenti come Fabio Käppeli e Fabio Schnellmann".
C'è però un ma... "Vedere il nostro Consigliere di Stato schierarsi a difesa dei 1000 franchi all’ora della De Cesare e del giro di soldi fra lei e l’Istituto di Olivone è stato per me come ricevere un pugno nello stomaco. Francamente non me l’aspettavo".