BELLINZONA - Ormai tra Amalia Mirante è una sorta di guerra aperta, dove l'ormai ex membra non le manda a dire a quello che è stato il suo partito. La frattura è avvenuta come noto per la mancata candidatura proprio dell'economista, cui sono stati preferiti Marina Carobbio e Yannick Demaria (in lista con due rappresentanti verdi e Boas Erez per la società civile): Mirante ha fondato un nuovo movimento, Avanti, presentato nei giorni scorsi.
Ora il tema caldo è quello della successione di Carobbio in Consiglio degli Stati, dove il posto resterebbe vacante in caso di elezione a Bellinzona. Si sta pensando a un compromesso per arrivare a una elezione tacita, quanto meno sino a ottobre, e il nome più accreditato parrebbe essere quello di Manuele Bertoli (che lascia proprio il seggio in Governo cantonale, leggi qui). Una ipotesi che però non piace a UDC e PLR (leggi qui).
E nemmeno a Mirante, che sui social lancia l'attacco: "Il disegno si chiarisce. Il film è "una poltrona per due". L’Onorevole Carobbio catapultata in Consiglio di Stato senza concorrenza. L’Onorevole Bertoli che si accomoda al posto suo al Consiglio degli Stati senza essere eletto, in virtù di un accordo tra partiti che non si può vedere e che grida vendetta al cielo", sono le sue parole.
Avanti, seppur nato da pochissimo, non vuole stare a guardare: "Sia chiaro fin da subito, impediremo questo "inciucio" (chiamiamo le cose con il loro nome). I posti in governo e alle camere federali non si ereditano, non si scambiano, non si regalano. Sono posti che devono essere nominati dal Popolo. Sia molto chiaro: se nessuno si metterà in mezzo lo faremo noi. Stiamo raccogliendo le firme per le nostre liste. Ne raccoglieremo 50 in più per impedire l'inciucio".