di Boris Bignasca*
L’aeroporto costa 5 caffè all’anno
Prima hanno chiuso l’aeroporto, perché tanto si possono prendere i voli low-cost da Milano. Oppure si può volare da Zurigo. Poi di conseguenza hanno dismesso le attività intorno all’aeroporto, che occupavano 200 dipendenti. In seguito diversi importanti contribuenti e diverse aziende, che si stabilivano in Ticino anche grazie alla possibilità dei collegamenti via aerea, hanno scelto altri lidi più raggiungibili.
Quindi dopo aver perso 77 posti di lavoro diretti e altri 200 indiretti, abbiamo detto addio a 200 milioni di indotto (calcolati dall’UNI di S.Gallo).
In seguito molte attività imprenditoriali private - come sta già accadendo - verranno spostate in Romandia, in Svizzera tedesca e in altre nazioni fuori dalla Svizzera. Così pezzo a pezzo, suonando la carica... potremo dimenticare substrato fiscale sia delle persone fisiche che di quelle giuridiche. Infine a causa della contrazione delle entrate fiscali bisognerà tagliare impieghi cantonali e sussidi sociali. È uno scenario catastrofico!? Forse si, ma riflettiamo prima di correre questi rischi.
Il contributo cantonale per la ricapitalizzazione e le perdite del 2019 è di 3.3 milioni. Calcolando che siamo circa 353mila persone in Ticino, possiamo dire che il contributo è meno di 10 CHF a testa.
Parliamo di 5 caffè all’anno.
Siamo davvero sicuri di voler chiudere l’aeroporto? Siamo sicuri di voler lasciare a casa 77 persone, che ne soffriranno insieme alle loro famiglie? E siamo sicuri di voler correre il rischio di perdere 200 milioni di indotto!? Tutto questo per risparmiare 5 caffè in un anno intero?
So che molti di voi si sono convinti che chiudere l’aeroporto sia una buona cosa. So che con questo post pro aeroporto perderò molti voti e riceverò molte critiche, ma quando credo in qualcosa, e ci tengo veramente, il consenso passa in secondo piano. Come dicono in quel film: chi ha coraggio fa anche a meno della reputazione.
*granconsigliere Lega dei Ticinesi