CRONACA
Quando l'unione fa la forza e l'ufficio postale dà una mano al negozio di paese. Capolago, Caneggio e Muggio, è qui la soluzione alla crisi del Gigante Giallo?
Gli uffici postali sono stati riaperti rispettivamente in un'ex cancelleria comunale e nel negozio La Dispensa. E "la presenza degli sportelli fa girare la nostra attività, è stata la nostra fortuna"
TRIBUNA LIBERA

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BREGGIA/CAPOLAGO – La Posta in Comune, oppure all’interno del negozio di paese, che così riesce a sopravvivere. Il Gigante Giallo taglia, chiude uffici postali, licenzia persone: in molti si oppongono, con sit in e proteste di piazza, ma la strada appare ormai imboccata. E allora in alcuni casi si è trovata una soluzione alternativa, che non salva lo status quo ma ne crea uno nuovo, un equilibrio che può essere altrettanto positivo.

Opinione Liberale da un paio di settimana sta raccontando questi casi, ancora isolati, che fanno intravvedere un futuro per uffici postali fuori dalla porta di casa. Prendiamo Capolago: si era cercato di trasferire l’ufficio negli stabili della Ferrovia del Monte Generoso, che aveva detto no, e allora è arrivato in soccorso il Comune di Mendrisio, mettendo a disposizione una ex cancelleria comunale, ora ufficio e sportello per le commissioni di quartiere. In un articolo a firma del presidente distrettuale PLR del Mendrisiotto, Alberto Valli, si elencano i vantaggi: “sia per il Comune stesso, che si vede alleggerito di 1’000-1’500 franchi di costi mensili del personale, sia per un altro aspetto molto importante ossia per la confidenzialità e la formazione del personale comunale che a differenza di altre soluzioni dà una indiscutibile valenza al servizio. Non da ultimo la rinata empatia verso le autorità, e da chi le rappresenta, che durante le visite della popolazione all’ufficio postale/comunale porta a conoscere la gente che popola il quartiere”.

A Caneggio e Muggio, col benestare di Breggia, invece, l’ufficio postale è stato spostato all’interno del negozio La Dispensa. E lo ha salvato, perché un anno fa pareva sul punto di dover chiudere.

Non nasconde, sempre interpellato dall’organo liberale, il direttore della cooperativa Guerino Piffaretti. “È stata la nostra fortuna e ne siamo contenti. La presenza degli sportelli nei nostri negozi fa girare anche la nostra attività. È un aiuto reciproco ed un grande vantaggio per la popolazione che può continuare a usufruire di un servizio postale più efficiente sempre a due passi da casa”. C’è chi, infatti, “entra in negozio per spedire una lettera e si fa anche un pochino di spesa…”, tutto in pochi metri quadrati. La comodità, si sa, invoglia e impigrisce, e dunque gli abitanti dei due comuni vanno in Posta e ne approfittano per fare la spesa, senza magari dover prendere l’auto e spostarsi fuori dalla Valle.

Le cinque commesse sono state istruite dal Gigante Giallo: “sbrighiamo le normali attività, ossia la gestione di lettere, pacchi e pagamenti fino a un massimo, in contanti, di 500 franchi. E se il postino non trova il destinatario di un pacco ad esempio, siamo noi a custodirlo fino al suo ritiro”. Cinque posti di lavoro diversi, con più mansioni, ma probabilmente salvati. E a guadagnarci, secondo Piffaretti, è anche la Posta. Se prima infatti gli sportelli erano aperti due ore al giorno, adesso sono otto, garantendo maggior flessibilità ai clienti.

La privacy non è un problema, essendo difficile trovare gente in coda, e, sottolinea Piffaretti, anche nei grandi uffici postali ci si ritrova spesso uno dietro l’altro. “Ed è questione di educazione”.

“Che sia la soluzione ideale non possiamo dirlo ma la responsabilità del nostro partito e delle persone che ne hanno fatto parte, e che ne fanno parte tuttora, lo dimostra”, ha scritto ancora Valli. Appunto, non si sa se è la situazione ideale, ma è forse la migliore fra le ipotesi possibili. Nel caso di Caneggio e Muggio, ha salvato, si potrebbe dire con un eufemismo, capra e cavoli: ufficio postale e negozio di paese.

È questa la via, innovare, unirsi, per continuare a esistere?

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