Politica
14.06.2017 - 15:450
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
I sindacati: "ma quale sviluppo, lo smantellamento continua! I nostri apprendisti faranno pratica al My Post 24?". Si parla anche di un'iniziativa popolare
Transfair e Syndicom reagiscono con rabbia al comunicato odierno della Posta. "Uffici garantiti sino al 2020, e poi? 48 posti a rischio, tradotto: molto probabilmente chiusi". "Un nuovo gravissimo attacco al servizio pubblico"
BELLINZONA - 61 uffici postali salvi, o meglio, garantiti sino al 2020, altri 48 in dubbio (verranno discussi i casi singoli), oltre a 44 che diverranno filiali in partenariato, come già accade in alcuni comuni. Sono le notizie diramate questa mattina dalla Posta, che non hanno trovato però l'accordo dei sindacati. Syndicom parrebbe pronto a lanciare un'inziativa popolare.
Nadia Ghisolfi, di transfair, si sta occupando da tempo del tema, e ha firmato di suo pugno una dura nota. "La Posta usa la parola «sviluppo» ma quello che noi continuiamo a vedere è uno smantellamento. Oggi la Posta ha annunciato le cifre per il Ticino: 48 sono gli uffici da verificare (traduzione: che verranno molto probabilmente chiusi), mentre 61 quelli garantiti", scrive.
"Eh beh, mica male no? Eh no, garantiti ma con già la data di scadenza: 2020. E dopo? E chi lo sa, la Posta non lo dice. Il nostro timore è che dopo si ricominci da capo. La Posta scrive che parte della strategia per la rete postale del futuro è un dialogo intenso con i rappresentanti della politica, dell’economia e della popolazione. Anche qui, traduciamo per chi legge: intenso dialogo = io (Posta) parlo, voi ascoltate, vi esprimete, ed alla fine faccio comunque quello che voglio perché la Legge me lo permette", continua, facendo emergere di fatto un dialogo a senso unico, o quanto meno, uno scarso ascolto da parte della Posta delle esigenze dei cittadini.
Ghisolfi è preoccupata anche per gli sviluppi connessi ai lavoratori, in particolare agli apprendisti. "Nel comunicato si legge che verranno creati fino a 17 nuovi punti di accesso, tra cui gli sportelli automatici My Post 24. Sportelli automatici quindi senza personale. Magari i nostri giovani potranno entrare in uno di questi sportelli a fare l’apprendistato? Mi sa di no. E le Filiali in partenariato non sono la soluzione alternativa: le condizioni di lavoro e salariali non sono garantite o equiparate a quelle del personale postale ed il personale non è tutelato. A parole nel comunicato la Posta dice di tenere in considerazione le particolarità regionali, ma poi i fatti dimostrano altro". Per transfair, si legge ancora, è indispensabile che resti un'offerta capillare sul territorio, e il pensiero va agli impiegati: "non sono dei numeri, sono delle persone. Hanno delle necessità, delle esperienze, dei vissuti. Molti hanno lavorato in posta per 30 e più anni. Bisogna smetterla di trattarli come numeri ed iniziare a considerarle come persone".
Dunque, viene rinnovato l'invito a sostenere la petizione popolare contro lo smantellamento del servizio postale.
Anche il sindacato Syndicom ha fatto sentire la sua voce, a nome anche del comitato “uniti in difesa del servizio postale”, costituito da organizzazioni sindacali, partiti e movimenti politici e associazioni a tutela del servizio pubblico.
"Secondo il comunicato odierno della Posta, la lista degli uffici postali che verrebbero chiusi entro il 2020 sono quasi la metà dei 109 attuali. Stiamo quindi parlando di un nuovo gravissimo attacco al servizio pubblico. Il comitato esprime viva preoccupazione e deplora questa decisione che contrasta con le posizioni espresse da comuni, cantoni, popolazione e sindacati".
Viene ricordata la manifestazione di un mese e mezzo fa a Bellinzona, replicata in altre regioni sivzzere, capaci di provocare qualche reazione politica. "Il 30 maggio il Consiglio nazionale ha infatti approvato a grande maggioranza una mozione che chiede di rivedere i criteri di raggiungibilità degli uffici postali. Una decisione ambigua perché accompagnata dalla raccomandazione alla Posta di accentuare la concorrenza. Un segnale tuttavia importante che avrebbe dovuto, a giudizio del comitato, convincere la Posta a maggiore prudenza. La situazione è quindi tutt’altro che risolta, il servizio pubblico e i posti di lavoro rimangono fortemente a rischio".
Dunque, bisogna rimanere vigili, perché "mentre la politica discute su come arginare la manovra della Posta, quest’ultima accelera e continua imperterrita ad annunciare chiusure di uffici postali, disinteressandosi del volere dei cittadini e delle esigenze dei comuni".
Il comitato si dice dunque pronto a "lanciare un’iniziativa popolare per salvare la Posta Svizzera, un importante bene comune".