lo spettacolo della Compagnia a Montréal qualche tempo fa
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Cronaca
17.09.2018 - 11:350

"Mi offrirono di dirigere il LAC, ora...". Finzi Pasca, nemo propheta in patria est

"Andremo via da Lugano? Io col cuore lo sono già da un po'", ammette il famoso coreografo. "Non è facile voler essere figlio della città e dover sempre battagliare"

LUGANO - Va via oppure no? Difficile capirlo, non lo sa neppure Daniele Finzi Pasca. Eppure la sua compagnia non si trova bene al LAC, o il LAC non è felice di averla, perché, come dice lui “hanno paura che la Compagnia possa fare ombra agli altri perché siamo una pianta grande”.

Ritiene che una coabitazione sia possibile, perché se un teatro è residenza di una compagnia non vuol dire che essa deve avere l’esclusiva, anzi, divide lo spazio con altre, però “io sono già via, nel mio cuore. Onestamente lo sono da un po’”.

La diatriba non è nuova, da mesi c’erano state lamentele da parte della prestigiosa compagnia che non avrebbe gli spazi sufficienti al LAC, con il Municipio che aveva proposto una soluzione alternativa non gradita. Insomma, per Finzi Pasca, o c’è spazio oppure si va via. Ammette che nella Compagnia si è divisi, e lui amaramente al Corriere del Ticino dice che “ per me non è mai stato facile aver voglia di essere figlio di questa città e sentire che c’è sempre da battagliare”.

Poi svela alcuni dettagli, ovvero di essere stato importante nell’apertura della struttura stessa e di aver avuto la possibilità di ricoprire un ruolo chiave. “Quando mi hanno offerto di dirigere il LAC, anni fa, ho rifiutato, proponendo di scegliere dei bravi funzionari e offrendo il mio aiuto nel cercarli. È un po’ strano che poi i funzionari ti dicano che per te non c’è più spazio”. 

Insomma, oltre i danni le beffe per un figliol prodigo che non si sente del tutto accettato. Ma si sa, nemo propheta in patria est. O pochissimi.

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