CAMPIONE – I campionesi, o almeno alcuni di loro, vogliono essere svizzeri. Si sono resi conto che l’unica vera reazione del Governo Italiano di fronte alla loro situazione è arrivata proprio sul tema dell’annessione, quando l’Italia stessa ha rivendicato il territorio, dicendo che non lo cederà mai. E allora hanno scelto una raccolta firme come ennesimo strumento per farsi sentire.
E per avere risposte, quelle che mancano a un paese esausto. Un paese senza soluzioni, senza interventi, lasciato al suo destino, con persone che si trovano da mesi senza lavoro, senza sapere come pagare l’affitto, con madri di famiglia che vanno a tagliare i prati pubblici per non farli diventare troppo non curati dato che servizi ormai non ce ne sono più, con bambini che non hanno più l’asilo, con la discarica ormai chiusa.
“Questa volta raccolgono ufficialmente le firme per chiedere l’annessione di Campione d’Italia alla Svizzera. Fino ad ora si era solo parlato di petizioni, erano boutade, battibecchi politici, adesso un gruppo di campionesi ha deciso di fare sul serio”, spiega Gianluca Ferrari, ex capogruppo in consiglio comunale alla Provincia di Como.
“La Svizzera, con la quale condividiamo la valuta e altri ambiti congiunti, sta sostenendo una parte di cittadini campionesi che vi risiedono oltre ad alcuni servizi base di pubblica utilità”, si legge nel testo: ovvero, loro ci aiutano, voi, cioè lo Stato Italiano, no.
Il presidio dura ormai da tempo, e l’altro giorno si è spostato all’interno del Municipio. Solo dopo molte ore, alla sera, i manifestanti, che ad una prima conta approssimativa erano parsi un centinaio e in realtà erano due volte tanti, ex dipendenti del Casinò e del Comune, sono stati convinti ad andarsene solo verso sera.
Abbiamo raccolto lo sfogo di uno di loro, disilluso, dopo una trentina d’anni di lavoro al Casinò. “Noi dipendenti del Casinò abbiamo occupato il Municipio perché esausti del disinteresse del Governo che non vuole nemmeno fissare un appuntamento. Ci sono state proteste e urla in Comune poi ci hanno mandato via ma è solo l’inizio. Perché è inammissibile che un governo che si dice del popolo se ne freghi di un’intera comunità”, ci ha detto, deciso a tornare al Municipio, il giorno dell’occupazione.
La rabbia è verso lo Stato Italiano. “È inammissibile che un governo che si professa del popolo e democratico non dia la minima risposta a 600/700famiglie e a un intero paese”, aggiunge. Quel che torna sempre è il riferimento al “governo del popolo”. Non lo dice, ma si intuisce che pensa che lo sia a parole e non nei fatti, quanto meno visto quanto sta accadendo.
“Sanno benissimo la situazione di Campione e non si prendono la briga nemmeno di programmare un incontro: questa è la più grande schifezza che un Governo può fare a dei suoi cittadini!”, tuona, per poi citare l’articolo 1 della Costituzione Italiana: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della costituzione”. Ma chi la governa, per ora, non aiuta Campione.