POLITICA
Quattro agenti che diventano otto al momento della firma, le versioni discordanti e Beltraminelli che pare non sapesse: ecco le prime conclusioni sul caso Argo 1
Quello presentato oggi non è un rapporto conclusivo né definito, perché gli interrogativi da chiarire restano parecchi. Il motivo della scelta? Legata al prezzo, "ma è stato un rischio non necessario"
POLITICA

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BELLINZONA – In un’attesa conferenza stampa a Palazzo delle Orsoline, oggi la Commissione della gestione e delle finanze ha reso noti i primi risultati (non conclusivi nè defintiivi, è stato sottolineato più volte) dell’indagine interna riguardante il caso della Argo 1, la ditta a cui venne assegnato un mandato diretto per la gestione della sicurezza nei centri per rifugiati, rinnovandolo tacitamente di anno in anno.

Per chi non se lo ricordasse, il bubbone era scoppiato quando erano emerse parallelamente due inchieste, una federale relativa a uno dei lavoratori della Argo, un presunto reclutatore ISIS, e una su irregolarità commesse dall’agenzia, a cui vennero tolti con effetto immediati gli incarichi ai centri, e qualche giorno dopo anche la licenza a operare, gettando nello sconforto i dipendenti. Ma i punti non chiari, a partire da eventuali responsabilità politiche, erano subito apparsi molti, e con audizioni e indagini si è arrivati ad alcune conclusioni, presentate appunto oggi.

Le violazioni formali sono state confermate, così anche il fatto che chi di dovere era a conoscenza che stava agendo in modo non conforme alle regole dal punto di vista formale, non autorizzativo ed esecutivo: queste affermazioni sono state dette dal capo dell'USSI Renato Scheurer. Dettaglio molto importante, il Consigliere di Stato Paolo Beltraminelli non ne era a conoscenza. Ma il capodivisione nega che si sapesse. Uno dei punti ancora oscuri. E, ammesso che la cosa fosse ntoa, si sarebbe potuta sistemare senza che scoppiasse il caso: perché non è stao fatto? La Commissione si chinerà di nuovo sul tema.

La domanda principale, oltre alle responsabilità del Ministro, era relativa al perché scegliere una ditta che, al momento in cui ha assunto l’incarico, aveva pochi dipendenti e non rientrava certo nei canoni.

Addirittura, ha spiegato Alex Farinelli, quello presentato da Argo 1 come progetto (che conteneva anche il concetto di accompagnamento sociale) era “un opuscolo informativo”. Ma a essere decisivo, pare di capire, è stato il prezzo. La Argo 1 costava solo 35 franchi all’ora per agente: se la Rainbow, la società che gestiva precedentemente la sicurezza nei centri, avesse abbassato i prezzi almeno a 40 franchi all’ora, il mandato sarebbe rimasto nelle sue mani.

È stato confermato come la Argo, al momento in cui ha iniziato il lavoro, non avesse abbastanza agenti autorizzati. Ne contava solo 4, quando il minimo è di 8. O almeno, così era quando l’agenzia entrò in carica, il 27 luglio. Ricorse a personale in prestito, ma quando ci fu la firma del contratto, il 16 settembre, gli agenti erano 8.

“Ci si è assunti dei rischi non necessari in un settore su cui l’opinione pubblica è particolarmente sensibile”, ha ribadito Farinelli, sottolineando ancora una volta come le conclusioni non siano conclusive né definitive: si tornerà al lavoro dopo l’estate.

Insomma, gli interrogativi ci sono ancora, e fra qualche mese si tornerà sul dossier.

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