POLITICA
"Noi troppo diplomatici, accondiscendenti e ingenui, gli italiani più scalri e opportunisti: e se facessimo un InsubriaExit?"
Galeazzi, Pinoja, Filippini, Bignasca e Giudici chiedono al Governo di riflettere sulla convenienza di rimanere nella comunità di lavoro. Dal casellario alle dogane, dal 9 febbraio sino alla Stabio-Arcisate, i problemi sono tanti...
CRONACA

Stabio-Arcisate, arriva Maroni! I politici varesini e comaschi parlano di decisione unilaterale lombarda

30 GIUGNO 2017
CRONACA

Stabio-Arcisate, arriva Maroni! I politici varesini e comaschi parlano di decisione unilaterale lombarda

30 GIUGNO 2017
POLITICA

Boom! La Regione Lombardia cambia idea, "collegamento verso Malpensa tramite la linea Como-Varese e non Lugano-Varese". E il Governo blocca 2 milioni di finanziamenti

28 GIUGNO 2017
POLITICA

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28 GIUGNO 2017
CRONACA

Agustoni, Fonio e Pagani vogliono saperne di più. "Da quanto il Consiglio di Stato era a conoscenza delle decisioni della Lombarda?"

29 GIUGNO 2017
CRONACA

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29 GIUGNO 2017
BELLINZONA - Oggi arriverà in Ticino il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, per provare a mettere una pezza sull'ultimo motivo di scontro fra Italia e Svizzera, ovvero la Stabio-Arcisate e in particolare il collegamento per Malpensa.

Hanno scelto proprio questa giornata per porre un interrogativo: quanto conviene rimanere nella Regio Insubrica, visti i rapporti difficili su svariati temi? Loro sono tre deputati UDC (Tiziano Galeazzi, primo firmatario, Gabriele Pinoja e Lara Filippini), uno leghista (Boris Bignasca) e un liberale (Andrea Giudici), che prima di passare alle domande, elencano una serie di "nodi" nei rapporti con la vicina Penisola.

"Da qualche anno a questa parte, il Cantone Ticino si trova a fronteggiare svariati problemi relativi agli accordi internazionali stipulati tra la Confederazione e l’Unione Europea, così come ad alcuni accordi bilaterali con il nostro vicino a Sud, cioè l’Italia. Negli ultimi tempi vi è stato un crescendo di “alta tensione” nei rapporti di vicinato del nostro Cantone di confine con il Belpaese, con alcuni esempi eclatanti, come il tiramolla sull’accordo fiscale, finito strapazzato dopo false illusioni riguardanti la famosa e fumosa “road map”, per arrivare infine alla mancata firma finale lo scorso giugno.

Non dimentichiamo poi le varie accuse nei nostri confronti, ad esempio sulla votazione del 9 febbraio 2014 e contro “Prima i nostri” lo scorso settembre, per passare poi all’introduzione della LIA o al sacrosanto diritto di richiedere il formulario “carico degli atti pendenti“ o il “casellario giudiziale” per i nuovi  lavoratori transfrontalieri", comincia l'elenco, che poi prosegue: "non contenti e lungi dall’abbandonare le polemiche, i nostri vicini in seguito contestarono l’introduzione, da parte di Berna, delle chiusure notturne delle dogane secondarie ticinesi a scopo di sicurezza territoriale, per una durata di prova  di sei mesi. V’è anche da dire che tutte queste rimostranze nel contempo sono finite, tramite atti parlamentari, fino a Bruxelles, presso l’Unione Europea, con l’intento di farci pressione".

Infine, la goccia che ha fatto traboccare il vaso. "Non da ultimo, con un rimpallo di colpe, a fine giugno arriva la ciliegina sulla torta in relazione alla tratta ferroviaria Stabio-Arcisate, per la quale sembrerebbe che la Regione Lombardia abbia cambiato programma e non voglia più attivare la linea, come concordato e firmato con il nostro Paese a suo tempo".

Quindi, Galeazzi, Pinoja, Filippini, Bignasca e Giudici ritengono che "alla luce di tutte queste situazioni a dir poco sconcertanti e con un obiettivo politico unilaterale, non ci resta che mettere veramente in dubbio la nostra attitudine diplomatica, troppo accondiscendente e ingenua di fronte a una controparte più scaltra e opportunista. Se tutti questi dossier sia internazionali sia regionali sono così contestabili e irrealizzabili, senza che venga nemmeno rispettata la nostra sovranità nazionale, ci si chiede che senso abbia ancora restare e mantenere finanziariamente la Regio Insubrica".44

Dunque, ecco le domande al Consiglio di Stato:

"1. Come valuta l’Esecutivo il rapporto di fiducia e collaborazione all’interno della Regio Insubrica, alla luce di tutti questi fatti?

2. A quanto ammonta il contributo cantonale annuale (ultimi 5 anni) alla Regio Insubrica?

3. Come viene suddiviso il contributo annuale  e quali progetti va a sostenere? (ultimi 5 anni)

4. L’Esecutivo cantonale come valuta un’eventuale riduzione dei sostegni alla Regio Insubrica e/o un’eventuale uscita di scena, dopo tutte queste divergenze oramai insanabili?".

In poche parole: conviene attuare un InsubriaExit?

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