POLITICA
La Lega attacca: "Una decisione che puzza di ipocrisia e opportunismo. Vogliono solo evitare un'emorragia di voti"
Per il Movimento di via Monte Boglia "il no all'unanimità all'accordo quadro non è altro che una mossa elettorale. Se il termine fosse stato dopo il 7 aprile sarebbe finito 2-3. Scommettiamo che coi ristorni...?"

BELLINZONA – “Non c’è stato alcun rinsavimento all’interno della partitocrazia ticinese. Se il termine per la consultazione fosse scaduto dopo il 7 aprile, quindi dopo le elezioni cantonali, poco ma sicuro che l’esito sarebbe stato assai diverso”. Ne è convinta la Lega dei Ticinesi.

Il Movimento di via Monte Boglia dovrebbe essere soddisfatto per il no all’accordo quadro deciso all’unanimità dal Consiglio di Stato, ma in realtà è convinto che sia tutta una mossa elettorale. Se tutto fosse avvenuto dopo le elezioni, “si sarebbe assistito al copione consueto: i due “ministri” leghisti contro gli altri tre, coalizzati a sostegno della genuflessione all’UE. I consiglieri di Stato di PLR-PPD-PS non sono diventati improvvisamente “sovranisti”. Semplicemente, vogliono prendere in giro i cittadini sperando, in questo modo, di scongiurare un’emorragia di voti alle ormai prossime elezioni cantonali”, sostiene infatti.

“Il No del Consiglio di Stato è ovviamente la risposta auspicata da chi, come la Lega, difende la sovranità e l’indipendenza della Svizzera dai balivi di Bruxelles. Dunque, tutto è bene quel che finisce bene? Non proprio: quella decisione governativa presa all’unanimità puzza di ipocrisia e di opportunismo a chilometri di distanza. Il triciclo PLR-PPD-PS mai ha mosso un dito a difesa della sovranità elvetica. Al contrario: l’ha sempre svenduta. Non per nulla il gruppo parlamentare del PLR alle Camere federali, dove siedono anche i rappresentanti ticinesi, un paio di settimane fa ha deciso di appoggiare l’accordo quadro, unendosi quindi al suo ministro degli esteri binazionale Ignazio Cassis nel reggere servilmente la coda agli interessi di bottega della grande economia targata PLR; interessi che collidono con quelli dei cittadini ticinesi, degli artigiani e delle PMI del nostro cantone”, rincara la dose la Lega, prendendo di mira soprattutto il PLR, il quale “sostiene quindi la svendita della Svizzera all’UE e la rottamazione dei nostri diritti popolari tramite accordo quadro. C’è motivo di ritenere che questa sarà, alla fine, la posizione di tutta la partitocrazia PLR-PPD-PSS”.

E lancia una scommessa finale: “Per cui, ci auguriamo che gli elettori ticinesi non si faranno trarre in inganno da simili grossolani specchietti per le allodole. La partitocrazia spalancatrice di frontiere e cameriera dell’Ue non si è minimamente ravveduta. E la dimostrazione arriverà presto. Quanto scommettiamo che, dopo le elezioni cantonali, quando si tratterà di decidere sul blocco dei ristorni dei frontalieri, assisteremo al collaudato scenario: due leghisti contro il triciclo?”

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