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20.08.2019 - 12:000

Cattaneo replica a Grandini: "Antistorico è insistere su una frattura ideologica". E lancia un appello

Il Consigliere Nazionale, da sempre fautore di una collaborazione PLR-PPD, si augura che la congiunzione "contribuirà a migliorare i rapporti tra i due partiti con l’obiettivo di far crescere, in prospettiva, un’area di centro forte e compatta”

BELLINZONA – Se ex presidente del PLR luganese Giorgio Grandini aveva bocciato in toto la congiunzione tra PPD e PLR, definendola antistorica, Rocco Cattaneo la difende ed è proprio dell’idea opposta: “Secondo me, antistorico è continuare a insistere su una frattura ideologica (che mi pare pretestuosa) tra due partiti che si riconoscono e perseguono una politica moderata, di centro, appunto”, scrive in un’opinione pubblicata oggi dal Corriere del Ticino.

La congiunzione non è una fusione, ripete. Cattaneo, ai tempi della sua presidenza, quando il suo omologo pera Lombardi, aveva lavorato per avvicinare i due partiti di centro (come lo propose ai tempi anche Jelmini). “Questa alleanza tecnica (o tattica) tra i due partiti di centro non significa una rinuncia alle rispettive identità e ai rispettivi valori. Significa però seppellire una volta per tutte rivalità storiche (direi, in questo caso sì, «antistoriche») che non hanno più alcuna ragion d’essere in un mondo che in questi anni è profondamente cambiato e continua a cambiare. Rimanere ancorati al passato significa perdere il treno del futuro”, è convinto.

Cattaneo sostiene che correre assieme per le federali “un primo importante passo verso una collaborazione che consentirà di ridare forza a un’area politica che altrimenti è destinata a perdere posizioni e consensi. Questo è principalmente il risultato di un’unità di vedute sulla grande maggioranza dei temi trattati alle Camere federali durante questa legislatura tra noi e il PPD”.

Il suo augurio, rivolto ai rappresentanti dei due partiti, è che “contribuirà a migliorare i rapporti tra i due partiti con l’obiettivo di far crescere, in prospettiva, un’area di centro forte e compatta”.

La matrice cattolica del PPD per il Consigliere Nazionale non è un problema, anche perché non è pi?u il “partito della Chiesa”: insistere su questa frattura ideologica sarebbe antistorico, a suo avviso, al contrario di ciò che sostiene Grandini.

“A destra e a sinistra, le altre forze politiche si sono organizzate e hanno creato alleanze su alcuni temi di fondo. In questo senso, una congiunzione in vista delle prossime elezioni federali si imponeva. È una scommessa, certo, che comporta dei rischi. Come ogni decisione, come ogni scelta. Solo rimanendo immobili e ancorati al proprio passato si pensa di non rischiare nulla. Invece si rischia. Si rischia di non avere futuro. E infine aggiungo che la forza di un partito consiste anche nella sua capacità di creare alleanze proprio come spesso succede nel mondo economico-aziendale”, termina.

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