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28.12.2019 - 17:000

Tra posta B e schede spedite last minute, per il Governo comunque non si deve rivotare

Cinque i Comuni che hanno usato la Posta B, una ventina coloro che hanno spedito il materiale dopo il 29 ottobre, addirittura tre tra il 4 e il 6 novembre: ma per il Consiglio di Stato il 29 ottobre non è vincolante

BELLINZONA – Sarebbero una settantina gli elettori ticinesi all’estero che hanno ricevuto il materiale di voto per il ballottaggio con posta B, ovvero quelli iscritti in cinque Comuni. Ma sarebbero invece una ventina i Comuni che hanno inviato le buste dopo il 29 ottobre. Addirittura la maggior parte ha spedito le schede fra il 28 e il 30 ottobre, tre fra il 4 e il 6 novembre.

Dato che Marina Carobbio è stata eletta con 46 schede di vantaggio su Filippo Lombardi, teoricamente i numeri per un ribaltone ci potrebbero essere. Gianluca Padlina, come noto, ha fatto ricorso sia al TRAM che al Tribunale Federale.

Il Consiglio di Stato ha preso posizione sul secondo ricorso. E difende ancora una volta i Comuni, spiegando che il termine del 29 ottobre in realtà non è vincolante, bensì consigliato e che comunque non si può essere sicuri della ricezione per tempo del materiale in quanto non si può avere un controllo sui servizi postali esteri.

Non ci sarebbero dunque per il Governo gli estremi per annullare il risultato e far rivotare.

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