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Cronaca
13.10.2017 - 15:260
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Non solo non si firma, ma l'accordo sarà anche combattuto. "Noi della Lega Nord daremo battaglia"

Lo hanno annunciato i due parlamentari leghisti Jonny Crosio e Nicola Molteni, i quali spiegano che "se arriverà in Parlamento cercheremo di annientarlo e di impedire che entri in vigore. Già non vogliamo che l'Italia lo ratifichi". E attaccano pure Alfano, "gioca sulla pelle dei lavoratori"

COMO – Nuove difficoltà per l’accordo fiscale tra Svizzera e Italia, parafato ormai nel 2015, spesso vicino ad una firma che in realtà non arriva mai. Le parole di Burkhalter e i tentennamenti di Alfano, l’altro giorno, avevano illuso e poi fatto arrabbiare molti.

In realtà, quelle del Ministro italiano erano probabilmente dichiarazioni di circostanza, dato che il tema è ben lontano dalle priorità di un Governo che è alla prese con la legge elettorale. Senza scordare che, se l’accordo verrà firmato dopo le elezioni, dunque fra qualche mese, le due Camere dovranno dare l’ok.

E non tutti, modifiche dei sindacati a parte, sembrano disposti a farlo. “Come Lega Nord abbiamo una certezza: non vogliamo che l’accordo venga ratificato dall’Italia. Se arriverà in Parlamento daremo battaglia per annientarlo e impedire che entri in vigore colpendo persone che già vivono il disagio di attraversare il confine ogni giorno per lavorare”, hanno dichiarato in una nota i due parlamentari della Lega Nord Jonny Crosio e Nicola Molteni.

Per loro, l’accordo rischia di sfavorire i frontalier e di impedire il ritorno dei ristorni ai comuni, ma le notizie contradditorie che si susseguono non sono rassicuranti e non aiutano a comprendere.
Non è piaciuto ai due l’atteggiamento di Alfano, che a loro dire mina la credilità del paese, “giocando sulla pelle dei lavoratori”.

Dunque, anche una volta firmato, l’accordo potrebbe essere combattuto. La strada si complica via via di più.
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