di Stefano Piazza*
«Si avvisa la spettabile clientela che il bancomat rimarrà fuori servizio fino a domani 7 dicembre alle 8.30. Durante gli orari di apertura della banca potete utilizzare i due bancomat situati all’interno della filiale». Come riportato negli scorsi giorni dal Corriere del Ticino, le filiali della banca Raiffeisen di Vacallo, Morbio Inferiore e Riva San Vitale hanno adottato questa misura per difendersi dalla banda che rapina i bancomat.
Se la decisione della banca Raiffeisen non puo’ essere criticata perchè è suo diritto tutelare il proprio patrimonio, la misura adottata mostra quanto il nostro Cantone sia cambiato e non certo in meglio. In ogni caso sarà difficile dimenticare in termini di sicurezza lo scorso mese di novembre del 2018.
Il Canton Ticino ha scoperto di dover fronteggiare una nuova minaccia criminale; si tratta della “banda del bancomat” (o forse delle bande) che fino ad ora non avevano mai osato varcare il confine. In soli 7 giorni due sportelli bancomat della Banca Raiffeisen del Mendrisiotto, Colderio e Arzo sono stati presi d’assalto con le stesse modalità operative con le quali da anni operano in Lombardia, Piemonte e Veneto solo per restare al Nord Italia anche se si tratta di un fenomeno a carattere nazionale.
Le modalità sono note e ormai collaudate; solitamente la banda è composta da 3-4 persone che agiscono con rapidità; nei giorni precedenti rubano un auto, poi dopo essersi portati sull’obbiettivo accecano con apposito spray le telecamere (che andrebbero comunque posate in maniera diversa), e dopo aver piazzato la carica esplosiva attendono l’esplosione per impadronirsi rapidamente delle banconote.
Tutto avviene in maniera rapida infatti, in pochissimi minuti il gruppo si da alla fuga lasciando dietro di se pochissimi indizi. E’ chiaro che abbiamo a che fare con dei professionisti del crimine.
Prima di tutto si tratta di uomini che conoscono gli esplosivi ed hanno familiarità con le tecniche di assemblaggio di piccoli ordigni utili a far saltare i bancomat.
Ma chi sono ? Si tratta di ex militari dell’Europa dell’Est ? In passato la riposta era un si convinto ma oggi le conoscenze tecniche necessarie a compiere questi furti, sono state mutuate anche da bande di rapinatori comuni che hanno affinato la loro abilità in decine e decine di colpi in tutta la penisola e sono state scoperti nel Sud Italia, diversi laboratori dove questo dispositivi vengono assemblati. In ogni caso parliamo di persone che conoscono i luoghi dove colpire, un fatto che potrebbe far pensare che forse abbiano qualcuno sul territorio che gli aiuta a scegliere gli obbiettivi, gli orari e i giorni migliori dove agire.
Sono solo delle ipotesi alle quali gli inquirenti stanno sicuramente lavorando cosi’ come saranno le analisi della scientifica a dirci se l’esplosivo usato, è lo stesso.
Dettaglio non poco perché questo potrebbe collegare le rapine del Mendrsiotto con quelle avvenute nel Nord Italia nello scorso mese di novembre e potrebbe nel giro di poco tempo, dare un volto e un nome ai componenti di queste bande che forse nel caso del Canton Ticino si sono mostrate “troppo golose”, un fatto che potrebbe nuocerli.
Deve essere accaduto qualcosa nella geografia criminale del Nord Italia se si sono spinti fino a qui, di certo qualcosa si è rotto nella percezione comune che il nostro territorio fosse inviolabile.
Occorre stare vicini alle nostre forze di polizia segnalando ove necessario, movimenti strani sul territorio o qualsiasi altro indizio sperando che riescano a fronteggiare la minaccia che è davvero grande.
Se per errore la quantità di espolosivo dovesse sfuggire al controllo, potremmo trovarci a dover commentare una tragedia e non solo ad una rapina.
*Esperto di sicurezza - Articolo tratto dal blog Confessioni elvetiche