LUGANO – La pubblicità di Philip Plein relativa al Black Friday, giocato sul concetto di “ammazzare i prezzi”, per cui erano state usate immagini shock di donne violentate e uccise, proprio in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, aveva fatto molto discutere.
Il coordinamento donne della sinistra e il gruppo delle donne dell'Unione sindacale Svizzera sezione Ticino e Moesa avevano inviato una lettera alle autorità, partendo dal Municipio di Lugano e aveva messo su charge.org il testo, per raccogliere sottoscrizioni.
“I messaggi veicolati dalle pubblicità plasmano comportamenti e desideri, alimentano le fantasie legittimandole. Pretendere che, pur nella libertà di commercio, le imprese mantengano un comportamento etico e socialmente sostenibile ci sembra il minimo. Se la responsabilità degli atti di violenza è di chi li commette, permettere che circolino messaggi e immagini violenti anche attraverso la rete per vendere prodotti o idee è complicità di quegli atti”, si leggeva nel testo.
La petizione è andata oltre le più rosee aspettative, raggiungendo quota 4'000 firme, per la gioia delle promotrici. “Non ci crediamo ancora ora! grazie mille per il vostro sostegno e la vostra indignazione.
La lettera è stata inviata alle autorità, in primis al municipio di Lugano con l'intento di sensibilizzare, aldilà del singolo fatto contestato, sulla necessità di un codice etico nella comunicazione, anche di quella commerciale, impegnando i privati a forme di autoregolazione della comunicazione rispettosa dei diritti umani anche in rete. Un impegno che le organizzazioni femminili, e non solo le nostre, sono pronte a prendere”.