Politica
17.12.2017 - 20:390
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
"È un cavallo di Troia contro il PS". La linea della presidenza vince sul 'partito subalterno' di Bertoli: il PS aderisce al referendum
Dibattito animato oggi alla conferenza cantonale socialista, per decidere se partecipare e appoggiare o meno la raccolta firme, con il vertice e i giovani schierati per il sì e il gruppo parlamentare e il Ministro per il no. In tre lanciano un emendamento, che viene respinto, e alla fine stravince il sì
CAMORINO - Vince il PS targato Righini contro, se così si può dire, la frangia favorevole agli sgravi, quella che la GISO aveva chiamato un partito subalterno di Bertoli. Il piatto forte della conferenza cantonale era senza dubbio la scelta se aderire o meno al referendum in materia degli sgravi contenuti nella riforma fiscale e sociale: i socialisti si accodano dunque a UNIA, Verdi, Movimento per il Socialismo, Partito Comunista e POP.
Si è discusso a lungo, per quasi quattro ore, in modo dibattito. Pietro Martinelli, Anna Biscossa e Werner Carobbio hanno tentato la carta di un emendamento, chiedendo di “ritenere giustificabile” il referendum, lasciando dunque libertà di voto. Il PS non ha voluto: o si o no, insomma.
Il presidente Igor Righini si è chiesto se “questa riforma è imbroglio o uno scambio avvelenato? È un cavallo di Troia per indebolire il PS, dobbiamo contrastare questa iniziativa”, ha poi aggiunto, convinto che si pensi già alle prossime elezioni.
Il gruppo parlamentare, guidato da Pelin Kandemir Bordoli e dal Ministro Bertoli, hanno ribadito di essere contrari agli sgravi, ma che il do ut des, ovvero l’investimento nel sociale, bilanciava il tutto.
I giovani erano nettamente a favore del referendum, in settimana avevano addirittura detto che non si riconoscevano in un partito che non va contro gli sgravi fiscali.
Alla fine, la scelta è stata a larga maggioranza: 95 persone hanno optato per sostenere il referendum, 39 per non farlo. Vince, ovviamente, la maggioranza. Se questo lascerà strascichi interni al partito, è presto per dirlo.