Cronaca
05.04.2017 - 14:340
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40
Chiusure dei valichi, nessuna marcia indietro. L'Italia era stata avvisata
A Gentiloni, allora Ministro degli Esteri, lo disse Burkhalter. L'ambasciatore svizzero a Roma ha ribadito che è una misura sperimentale, e si è parlato anche di casellario...
BERNA – Anche se vi sono proteste da parte dell’Italia, la chiusura notturna dei tre valichi secondari di Novazzano-Marcetto, Pedrinate e Ponte Cremenaga proseguirà.
Lo ha ribadito il portavoce del Dipartimento federale delle finanze (DFF) Roland Meier, parlando con l’agenzia ats.
Ieri, l'ambasciatore svizzero a Roma Giancarlo Kessler era stato convocato d'urgenza al Ministero degli esteri italiano per dare spiegazioni sulla misura presa da parte elvetica, che nella Penisola non piace perché unilaterale e a detta di molti inutile.
Non ci sarebbero, secondo Meier, dei motivi per interrompere quella che è una misura pilota. Lo stesso Kessler ha ribadito ai rappresentanti italiani che si tratta di una chiusura sperimentale, al fine di raccogliere dati per poi rivederla nel quadro di una migliore collaborazione fra i due paesi.
E seppur unilaterale, la decisione, che è il risultato di una mozione della leghista Pantani ormai tempo fa, era stata comunicata. Infatti il Ministro degli affari esteri svizzero Didier Burkhalter lo disse a Paolo Gentiloni, oggi Primo ministro e ai tempi suo omologo.
Ma da parte italiana nessuno molla: la convinzione è che vi sia in ogni caso una violazione dell’accordo sulla libera circolazione delle persone, e si auspica che, anche se non c’entra con la chiusura dei valichi, che presto si tolga la richiesta del casellario giudiziale per ottenere o rinnovare i permessi dei frontalieri. Insomma, il confine, in ogni senso, è caldo, su più fronti.