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Cronaca
01.08.2017 - 09:000
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Sozzi rompe il silenzio e accusa. "Ci sono tanti speculatori che vorrebbero i terreno dell'aeroporto. Ritirare il Messaggio sarebbe fare il loro gioco. Le accuse? Dico che..."

Da domani non sarà più direttore, e si toglie qualche sassoline dalla scarpa, con socialisti e Verdi, sindacati, politica che a suo dire "osteggia l'aeroporto, ignorato dalla pianificazione cantonale da perlomeno 15 anni". E alcune scelte sono state per lui dissennate

LUGANO - Da domani non sarà più il direttore di Lugano Airport. Alessandro Sozzi è tornato a parlare, e lo ha fatto attraverso una lunga intervista in esclusiva al portale Ticinolive, di cui riportiamo gli stralci più interessanti.

Sozzi non aggiunge nulla relativamente ai motivi dell'addio, spiegando che il contratto prevedeva un impegno di almeno cinque anni e si è andati oltre, arrivano a sette. Il bilancio? "Nel 2010 la società perdeva oltre un milione di franchi l’anno, oggi ci avviamo verso il terzo anno in pareggio con il 2015 e 2016 in sostanziale utile. Credo che sia un traguardo che vada al di là di quelle che erano anche le piu` rosee aspettative".

Precisando di non essere un politico e dunque di non volersi addentrare nel campo, ritiene che non sia stato capita a fondo l'importanza dello scalo luganese. E il vero problema a suo avviso "non sono le sciocchezze che si sentono dire su Alptransit o sulla Stabio-Arcisate, argomenti poveri facilmente confutabili con i fatti e nemmeno la sostenibilità del bacino d’utenza naturale dell’aeroporto. Il vero problema è l’accessibilità all’aeroporto ovvero il suo collegamento con treno e strada. L’aeroporto è stato oggettivamente ignorato dalla pianificazione cantonale da perlomeno 15 anni. Tutti si aspettano che l’aeroporto “decolli” ma chi deve pianificare i tracciati ferroviari, stradali e in genere pianificare le reti territoriali non solo si limita ad ignorare l’aeroporto ma se può lo osteggia".

Accuse pesanti, ma Sozzi non si ferma. Parla infatti di "tanti speculatori a cui fanno gola i tanti ettari su cui insiste l’aeroporto e su cui ci vedrebbe bene tanto cemento e magari l’ennesimo centro commerciale. Mi fa sorridere, se pur amaramente, che i complici inconsapevoli di tali disegni sembrano essere proprio i verdi e i socialisti. Chi vuole un ambiente migliore e si erge a sostegno dei lavoratori rischia di mettere la pistola in mano a chi vuole uccidere ambiente e posti di lavoro".

Passando al Messaggio municipale da 20 milioni su cui dovrà votare il Legislativo di Lugano, si augura che non si perda altro tempo prendendo magari un consulente, dato che il tema è in voga da sei anni. E un eventuale ritiro non farebbe che "annullare o sospendere l’iter per lo sviluppo dell’aeroporto facendo il gioco proprio di chi intende specularci sopra. Se ciò avvenisse assisteremmo subito dopo a un rivivacizzarsi di tentativi di mettere le mani sulla gestione aeroportuale e sui terreni della Città di Lugano: prima si genera la morte del paziente perché non gli si somministra la cura e poi si corre in casa sua a frugare nei cassetti".

"Parcellizzazione delle proprietà all’interno del perimetro aeroportuale con i fondi redditizi in mano a privati e i costi di manutenzione e d’esercizio di responsabilità della Lugano Airport SA" sono a suo dire scelte dissennate, e accusare l'aeroporto di mangiare i soldi dei contribuenti è per lui un paradosso, così come le critiche mosse dai sindacati "sono ridicole e finalizzate ad altri scopi".

Le critiche, infine, fanno parte del gioco, afferma.



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