BRUXELLES – Neppure gli esperti chiamati in causa dal Consiglio Federale per esprimersi sulla bozza di accordo quadro con l’UE hanno saputo dire con chiarezza se sia positivo o negativo. Dunque, si tergiversa. Ma l’Unione Europea sta giocando pesante, perché vuole la firma e la vuole in tempi rapidi.
Lo stesso Consiglio Federale spiega che una non firma “comporterebbe per esempio l’interruzione dei negoziati in corso in settori come l’energia elettrica, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (che l’UE collega alle questioni istituzionali) nonché la non disponibilità al rinnovo del riconoscimento dell’equivalenza della regolamentazione svizzera in materia di mercati borsistici”.
Non solo. L’Unione Europea ha deciso di fa sospendere ogni negoziato con la Svizzera per quanto concerne accordi bilaterali, nell’ambito degli accordi sulla libera circolazione delle persone, sull’agricoltura, sulle barriere non tariffarie e sui trasporti terrestri e aerei. Lo anticipa la NZZ, che riporta una direttiva interna della Commissione europea, a firma di Martin Selmayr, segretario generale della Commissione UE, e Clara Martinez, capo di gabinetto di Junker.
Anche l’equivalenza borsistica, oggetto di un tira e molla fra Svizzera e UE poche settimane fa, è menzionata.
A meno che ci fosse un interesse superiore dell’UE, dunque, non ci potrebbe più essere, in caso di non firma, alcun nuovo negoziato sui dossier che consentono alla Svizzera di accedere al mercato interno dell’UE, sia per quanto riguarda nuove intese sia per l’attualizzazione di quelle vecchie.
Come a dire, le pressioni ci sono. Maurer l’altro giorno ha affermato che fra pochi mesi, dopo le elezioni europee, si potrebbe avere a che fare con un’UE diversa. Il braccio di ferro è in corso.