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07.02.2018 - 09:500
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Un no trasversale: No Billag sembrerebbe condannata alla bocciatura. In Ticino il sì raggiunge il 46% di favorevoli
Tutte le categorie d'età e i simpatizzanti di ogni partito, tranne i democentristi, secondo un sondaggio, voterebbe no. I contrati arriverebbero quindi al 61%. Per il 41% degli interpellati, la SSR continuerebbe a esistere anche col sì, pur in versione light, per il 42% chiuderebbe
BERNA – La votazione si avvicina, e i contrari aumentano. Lo spettro di un sì sembra diventare sempre più remoto per chi si è impegnato a sostenere che abolendo il canone si metteva a rischio l’esistenza in primis della SSR.
Se infatti secondo i primi sondaggi il sì pareva essere in vantaggio, dopo il sorpasso il margine a favore del no sta crescendo. Ad oggi, per il secondo sondaggio Tamedia, il 61% dei cittadini respingerebbe l’iniziativa No Billag, mentre solo il 18% voterebbe sì. In un paio di settimane, dunque, i favorevoli sono diminuiti del 2% (il margine d’errore è dell’1,1%). In Ticino, il 54% è per il no.
Dividendo i votanti per simpatie partitiche, i soli democentristi voterebbero in massa per il sì (il 74%), mentre per tutti gli altri schieramenti vincerebbe il no, nettissimo fra i socialisti e i Verdi (più dell’80%). Gli elettori UDC d’altro canto sono convinti che, seppur con un’offerta light, la SSR continuerebbe a esistere. Come loro, lo crede il 41% degli intervistati, mentre il 32% (e prevalgono socialisti e Verdi) crede che ci sarebbe la chiusura.
Come rilevato sin dall’inizio, i favorevoli si situano in particolare nei giovani, ma non dei giovanissimi. Fra gli under 34 solo il 36% voterebbe sì, una della categorie con la percentuale più bassa, battuta solo dagli over 65 col 33% (coloro i quali forse troverebbero più complicato informarsi e usufruire dei servizio audiovisivi in modo non tradizionale). Invece, nella fascia fra i 35 e i 49 anni il 43% è per l’abolizione e in quella fra i 50 e i 64 anni il 40%.
Come si può notare, in nessuna categoria passerebbe il sì: il no è dunque abbastanza probabile, ora, e uniforme. In Ticino le percentuali sembrano un po’ più vicine. È ciò che preoccupa il Consiglio di Stato, che teme che un no a livello cantonale metta in difficoltà la RSI nelle future scelte della SSR.