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29.11.2019 - 15:190
Aggiornamento: 06.12.2019 - 17:57

La rabbia dei ticinesi per 'Striscia': "Essere paragonati all'Italia è considerato un atto ostile"

Il comunicatore universitario giudica "eccessiva" la reazione generale ai servizi del tg satirico. "Stavano facendo semplicemente il loro lavoro, con un sacrosanto esercizio della libertà di stampa. Ma dietro c'è una questione ben più profonda"

BELLINZONA – Ricordate gli ormai famosi servizi di Striscia, in cui si diceva che il Ticino è ormai povero? O quello, in particolare, sull’aeroporto di Agno, dove però non si nascondeva, citandoli pure, che nella vicina Penisola ci sono parecchi casi simili, anche messi peggio? Scatenarono un putiferio.

In un’opinione pubblicata sul Corriere del Ticino, il comunicatore universitario Andrea Costa cerca di spiegarsi come mai quei servizi, che a suo dire difficilmente vinceranno il premio Pulitzer, hanno dato tanto fastidio. “L’indignazione dello spettatore ticinese si è riversata sugli italiani che hanno osato mettere il naso in Ticino, in un caso da manuale di ciò che i francesi chiamano elegantemente “tuer le messager”. (…). Lo stile è quello che è, ma d’altronde i fatti descritti erano inconfutabili. Nonostante ciò, o forse proprio per questo, nel rispondere sui social invece del fioretto qualcuno ha preferito usare l’artiglieria, neanche si trattasse di diffamazione: italiani falliti, occupatevi dei vostri problemi e via discorrendo, con toni talvolta piuttosto aggressivi e intolleranti”, scrive.

Difende Mediaset, “quello che in fondo altro non è che un sacrosanto esercizio della libertà di stampa”, ed anche se “volendo si può anche eccepire sul tono e sul linguaggio della trasmissione, ma non sul fatto che quelli di Mediaset stessero semplicemente facendo il loro mestiere”.

Dunque, perché? Per Costa c’è “ sotto una questione ben più profonda, e che il servizio abbia solo fatto da catalizzatore di una reazione oggettivamente eccessiva”.

E non ha dubbi su cosa sia: “Nella fattispecie, paragonare il Ticino all’Italia, non importa se in modo obliquo e semiserio, è considerato di per sé un atto ostile. Certo, non tutti i ticinesi sono di questo parere e anzi in molti hanno riso anche loro. Ma i troppi che l’hanno presa tanto male hanno involontariamente finito per far trasparire dei pregiudizi forse ancor più preoccupanti e intrattabili di un aeroporto in crisi” (Costa afferma comunque che Striscia con correttezza ha citato anche i guai italiani, dicendo per esempio “Facciamo tendenza”).

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