ROMA – E se non fosse tutto da rifare? Se l’Italia pareva voler rottamare e quindi far diventare passato senza nemmeno essere stato presente l’accordo fiscale parafato nel 2015, ora parrebbe emergere una nuova idea. Ovvero, limarlo ma non gettarlo del tutto.
La Regione riporta di riunioni sia in campo Lega che fra i Cinque Stelle, seppur separati l’uno dall’altro. Forse questa volta la “minaccia” di bloccare i ristorni sembrerebbe aver convinto qualcuno che probabilmente l’accordo così com’è non è del tutto negativo.
Infatti, aumenterebbero gli oneri per i frontalieri, però l’Italia incasserebbe dei milioni (circa 460 annui) che farebbero comodo. Anche al Ticino i soldi che arriverebbero sicuramente non dispiacciono.
Addirittura vi sarebbe stato un incontro, sul cui esito non si sa nulla, tra una delegazione svizzera guidata dal segretario di Stato all’Economia Marie Gabrielle Ineichen-Fleisch e Matteo Piantedosi, il capo di Gabinetto del Ministero dell’interno: la vicenda si starà davvero per sbloccare, dopo che, incontrando Cassis, il suo omologo italiano aveva parlato di una risposta entro primavera.
Chissà che a questo punto non possa arrivare davvero, anche se in Svizzera in pochi ci credevano.