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30.01.2019 - 14:020

Segnalazioni a vuoto, un (ipotetico) rapporto, un'eventuale CPI: la rabbia del PPD per il caso dell'ex funzionario

Parte la seconda interpellanza in merito a chi sapeva degli atti dell'uomo, condannato ieri. "Chi banalizza o copre certi comportamenti è corresponsabile delle sofferenze causate. Il Governo sapeva?"

BELLINZONA – Sul caso dell’ex funzionario del DSS condannato ieri interviene anche il PPD, inoltrando un’interpellanza firmata da presidente e capogruppo, che, sconvolti e furibondi per il fatto che le segnalazioni a suo tempo non sono state ascoltate (forse ci sarebbe un rapporto sull’accaduto…), pensano anche a un’eventuale CPI.

“Ieri la Corte delle assise criminali ha condannato l’ex responsabile dell’Ufficio giovani del DSS a una pena di 120 aliquote giornaliere (sospesa per due anni) per coazione; secondo quanto riferito dai media il funzionario aveva minacciato di strapparsi dei punti sui polsi se la vittima non gli avesse concesso un favore sessuale; secondo la Corte il reato di coazione “era dato nelle due occasioni in cui l’ex funzionario ha fatto partecipare la vittima a degli atti sessuali con scambisti, ma per queste circostanze è subentrata la prescrizione”, scrivono Dadò e Agustoni, sottolineando come “secondo quanto riportato dalla stampa durante la comunicazione della decisione il Giudice Villa ha dichiarato che “la Corte oggi è triste perché si è trovata davanti a una persona che ha sfruttato la sua posizione per soddisfare le sue voglie» e che “c’è stata la possibilità, nel 2005, di fermare questo agire ma così non è stato. L’alto funzionario al quale la giovane si è rivolta non molto ha fatto per evitare il ripetersi di simili circostanze, se non stendere un rapporto. E di questo la Corte se ne rattrista”, così come le scuse personali del giudice Villa.

“Se quanto riferito dai media corrisponde al vero, saremmo di fronte a una situazione vergognosa e totalmente inaccettabile, una tempestiva segnalazione all’autorità giudiziaria, o quantomeno l’avvio di un’inchiesta, avrebbe consentito da un lato di evitare terribili sofferenze alle vittime e dall’altro lato di punire il funzionario con una pena meglio adeguata alla sua colpa”, proseguono. “Chi denuncia molestie o violenze sessuali ha il diritto di essere ascoltato e le sue segnalazioni devono essere valutate seriamente; se queste risultano fondate l’ente pubblico deve agire senza indugio e perseguire senza esitazione l’autore di questi reati, tra i più immondi che si possano immaginare”.

“Chi “banalizza” o – peggio ancora – “copre” consapevolmente certi comportamenti è corresponsabile delle sofferenze causate alle vittime”, prosegue l’attacco. “Questo fatto è di una tale gravità istituzionale e morale che, a dipendenza anche di quanto emergerà dalle risposte del Consiglio di Stato, il Gran Consiglio deve seriamente chiedersi se non sia il caso di incaricare una Commissione speciale di inchiesta”.

Le domande sono:

"1. Può spiegare il Consiglio di Stato cosa ha fatto appena venuto a conoscenza da parte del Ministero Pubblico delle gravissime accuse mosse nei confronti dell’ex funzionario del DSS?

2. È vero che nel 2005 una giovane si è rivolta a un alto funzionario dell’amministrazione cantonale per segnalare dei comportamenti dell’ex responsabile dell’Ufficio giovani?

3. Se sì, a chi è stata fatta questa segnalazione? Il funzionario o i funzionari è/sono ancora alle dipendenze dello Stato?

4. Se sì, qual era il contenuto di tale segnalazione?

5. Se sì, quale seguito è stato dato a questa segnalazione? In particolare: corrisponde al vero che è stato stilato un rapporto? Qual era il suo contenuto?

6. Chi è stato eventualmente informato di tale segnalazione o del rapporto?

7. Il Consiglio di Stato, o suoi membri, erano a suo tempo stati messi al corrente di tale segnalazione o del rapporto? Se sì, cosa è stato fatto?

8. Sono state effettuate altre segnalazioni in merito a comportamenti dell’ex responsabile dell’Ufficio giovani?

9. Se sì, quando, a chi e quale seguito è stato dato a tali segnalazioni?

10. Il Consiglio di Stato intende aprire un’inchiesta per appurare eventuali responsabilità delle persone a cui sono state eventualmente fatte segnalazioni sui comportamenti dell’ex responsabile dell’Ufficio giovani?

11. Il Consiglio di Stato ha emanato delle direttive per evitare che segnalazioni di simili comportamenti cadano nel vuoto?"

Anche Marco Romano aveva espresso il suo sdegno per la condanna tramite social. “Rabbia, rabbia, rabbia: la canalizzo nell'impegno a Berna per l'introduzione di pene minime e per termini di prescrizione più consoni a queste schifezze! Resta tuttavia l'imbarazzo e la tristezza per i contorni mediatatici e istituzionali di questo caso: una persona venerata per anni negli ambienti della politica giovanile e di cui oggi si tace il nome (quando per altri funzionari coinvolti in questioni in confronto ridicole si sparò subito la foto su siti e prime pagine), per l'evidenza di un'amministrazione che per anni ha saputo ma ha insabbiato, per una cerchia di persone vicine al condannato che mensilmente sentenziano urbi et orbi (con toni talvolta fuori misura) che ora generano un silenzio assordante! Non giudico, non commento la sentenza, ma non trovo risposte razionali a queste dinamiche”.

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